Cari Amici lontani e vicini,
Avrete anche voi notato che sapendo del nostro sagace e pungente Blog i giornalai italici si sono fatti piu’ cauti prima di pubblicare stupidaggini o articoli farsa; qualcuno lo vorrebbe credere Effetto Travaglio ma noi ben sappiamo essere Effetto DucaLuca.
Quindi oggi mi accingo, con estrema gioia visto il tema a me molto caro, a rispondere ad una email inviatami e che necessita una risposta repentina:
"Dottore, ci potrebbe dare un approfondimento sull’igiene personale con particolare menzione sullo scaccolamento?
Soprattutto:
1- i giorni in cui e’ consentita l’operazione
2- il modo corretto ed ergonomico di scaccolarsi
tante cose e regards"
Purtroppo il tempo a mia disposizione non mi permette di sviscerare tutto l’ampio capitolo dell’igiene personale (se ne potrebbero fare piu’ puntate, magari, rimando in attesa di un vostro riscontro) quindi ci concentreremo sul sempre attuale tema delle “DITA NEL NASO”
Lo SCACCOLAMENTO e’ una arte, oltre ad essere un piacere, che si e’ affinata lungo i millenni della civilta’ umana, grazie a pratiche, innovazioni e intuizioni che ne fanno, insieme al grattarsi il sedere, una delle gioie piu’ democratiche di tutte.
Il bisogno e piacere di pulirsi il naso in maniera approfondita e’ una pratica che risale all’alba dell’Uomo, infatti appena l’uomo ebbe la capacita di restare eretto sugli arti inferiori, sembra che il primo uso per le braccia sia stato proprio quello di portare le mani fino al naso trovando quindi una ulteriore motivazione per abbandonare la comodissima posizione a carponi, oltre a quella di rovinarsi tutti i pantaloni sulle ginocchia.
Esiste poi una leggenda assira, che narra come il potente e gigante dio Gilgamesh, cerco’ per tutto il mondo la Felicita’ e non la trovo’ da nessuna parte tornando sconsolato nel suo palazzo, e mentre dormiva nel giardino, dei bambini che giocavano calciarono la palla propio nel suo naso. Quando uno di loro ando’ poi a riprenderla trovo’ la palla ed anche la Felicita’, che era stata sempre non sotto ma dentro il naso di Gilgamesh.
Da qui risale il termine “PEPITA” per descrivere le caccole come cose preziose.
Lasciamo l’aspetto storico della fine arte dello Scaccolamento, per addentrarci negli aspetti piu’ tecnici dell’atto in se per se.
La pratica del fare “LE PULIZIE DI PASQUA” va affinata col tempo ed ha una sfera intima, privata che porta ognuno di noi a sollazzarsi con le narici ed il loro contenuto in maniera diversa a seconda delle esigenze, del tempo a disposizione e della densita’ del muco.
Le CACCOLE si presentano sotto svariate forme:
il Verdone Viscidone anche conosciuto come lo Slimer
l’Acqua dal naso, anche detto piu’ propriamente Moccio
le Secche Piatte e infine
le Secche Sferiche o Capperi
sono le forme piu’ comuni e per ognuna di esse esiste una diversa maniera per liberarsene.
Iniziamo dal piu’ gustoso: il Verdone Viscidone:
Normalmente si presenta in condizioni di grosso raffreddamento ed e sempre bello copioso e abbondante.
Alle persone intorno puo’ sembrare schifoso, ma chi lo ha, conosce bene la soddisfazione della soffiata di naso da Verdone Viscidone, che lascia nel fazzoletto la sua gamma di colori che vanno dal giallo fluorescente al verde scuro.
Nonostante la bellezza scenica del suddetto Verdone Viscidone, esistono degli inconvenienti, anche piuttosto pericolosi e guai a sottovalutarli.
Il primo inconveniente e’ il fatto che scaccolarsi con Verdone rappresenta una trappola di sabbie mobile per il dito che potrebbe rimanere per sempre incastrato nello Slimer fino a che non verra’ rinvenuto come fossile, quindi ci priva in parte del gusto di stuzzicarsi il naso.
Un ultriore problema e’ rappresentato dallo starnuto, che se avviene in presenza di un naso carico di Verdone puo’ alle volte finire in una fuoriuscita incontrollabile del suddetto il piu’ delle volte sulla mano, in quell caso bisogna subito trovare qualcuno a cui dare una amichevole e solidale pacca sulla spalla.
C’e’ poi il Moccio, puro e semplice, esso e’ rappresentato per piu’ del 99% da acqua, si presenta in condizioni di raffreddamento minori e la gioia piu’ grande che puo’ dare e’ lo sfondamento del fazzolettino di carta a seguito di una potente soffiata.
Per la sua inconsistenza, il maggior problema e’ rappresentato dalla fuoriuscita di Moccio senza che il padrone del naso se ne accorga e rappresenta, per alcuni, una situazione imbarazzante accorgersi che tutti intorno ridono solo quando si puo’ gustare il Moccio sulle labbra.
Il momento migliore per liberarsi dal Moccio con la massima soddifazione e’ soffiarlo potentemente nelle mani sotto la doccia.
Per inciso il Moccio, e’ quello che quando si dorme genera la bolla, stigmatizzata da alcuni cartoni animati giapponesi del calibre di Doraemon e Coccinella.
Le Secche Piatte sono quelle piu’ ostili perche’ si aggrappano alle pareti delle froge e con tenacia resistono alla soffiata di naso, solo un’unghia ben allenata potra’ eradicarle come un grimaldello.Proprio per questa estrema tenacia la soddisfazione di liberarsene compensa la perdita di molti peli nasali che come soldatini coraggiosi si immolano per il bene della respirazione
Passiamo finalmente ai Capperi, forse il frutto piu’ prelibato offerto dal nostro organismo.
Essi sono piccolo, buffe e preziose palline di felicita’ salata con leggiadre sfumature tendenti al verde.
Per I Capperi e’ nata la parola Scaccolarsi,sono loro che ci permettono di far piangere le donne per le prime volte, in guisa di minacce quando bambini col dito teso, dopo averlo messo nel naso lo puntiamo contro le femmine a loro sono dedicate gli immortali versi del Maestro Stefano Belisari:
“Cerco nelle mie narici
una testimonianze delle mie radici,
ma vi trovo un fico
e lo dovro’ spalmare sotto qualche banco
come in gioventu’”
ai quali non c’e’ niente da aggiungere.
E’ il Cappero che, curioso e pazzo com’e’, innamorato della vita a volte va in fuorigioco per osservare il mondo che lo circonda.e solo una passata di dita intorno alle froge, puo’ infrangere il suo sogno di liberta’.
Il cappero non se ne va dal naso con una semplice soffiata, esso e’ un amico sincero che non vuole lasciarti e non chiede nient’altro che un posticino nel tuo naso, ma l’ingratitudine umana questo non lo capisce ma anzi vede la presenza del Cappero come un’intrusione nella sua privacy.
Proprio da questa incomprensione si generano le lotte piu’ atroci tra dito e Cappero, dove il naso e’ un terreno di battaglia in una Guerra senza quartiere, e allora potremo vedere scene del tipo: palmo della mano sinistra appoggiata al setto nasale con la funzione di Coprire e sorreggere il dito indice della mano destra che in missione si incunea nella narice.
Il Cappero capisce quindi di non essere il benvenuto all’interno del naso e abbandona la sua posizione, ma una volta che e’ tra le dita dell’uomo, quest’ultimo si rende conto dell’errore di essersela presa con un innocente Caccola e preso da un nero rimorso il piu’ delle volte non puo’ fare a meno di mangiarsela.
Il miglior posto per togliersi e degustare un Cappero rimane il semaforo rosso dal 1920 (anno dell’introduzione della luce rossa)
Il nostro compendio su questo fantastico argomento si sta per concludere ma non posso fare a meno che darvi un veloce consiglio:
State attenti al numero di falangi che vi inserite nel naso, sanguinare per la caccia al Cappero non ne vale la pena.
Ora Amici, sperando di aver fatto un po di luce su un argomento odiato dai benpensanti ma amato dagli Uomini Liberi, vi faccio un ultimo appello:
“Tornando a casa, troverete dei bambini. Tirate una Caccola ai vostri bambini, e dite: Questa e’ la Caccola del Duca”
Buona Camicia a Tutti Voi.
Avrete anche voi notato che sapendo del nostro sagace e pungente Blog i giornalai italici si sono fatti piu’ cauti prima di pubblicare stupidaggini o articoli farsa; qualcuno lo vorrebbe credere Effetto Travaglio ma noi ben sappiamo essere Effetto DucaLuca.
Quindi oggi mi accingo, con estrema gioia visto il tema a me molto caro, a rispondere ad una email inviatami e che necessita una risposta repentina:
"Dottore, ci potrebbe dare un approfondimento sull’igiene personale con particolare menzione sullo scaccolamento?
Soprattutto:
1- i giorni in cui e’ consentita l’operazione
2- il modo corretto ed ergonomico di scaccolarsi
tante cose e regards"
Purtroppo il tempo a mia disposizione non mi permette di sviscerare tutto l’ampio capitolo dell’igiene personale (se ne potrebbero fare piu’ puntate, magari, rimando in attesa di un vostro riscontro) quindi ci concentreremo sul sempre attuale tema delle “DITA NEL NASO”
Lo SCACCOLAMENTO e’ una arte, oltre ad essere un piacere, che si e’ affinata lungo i millenni della civilta’ umana, grazie a pratiche, innovazioni e intuizioni che ne fanno, insieme al grattarsi il sedere, una delle gioie piu’ democratiche di tutte.
Il bisogno e piacere di pulirsi il naso in maniera approfondita e’ una pratica che risale all’alba dell’Uomo, infatti appena l’uomo ebbe la capacita di restare eretto sugli arti inferiori, sembra che il primo uso per le braccia sia stato proprio quello di portare le mani fino al naso trovando quindi una ulteriore motivazione per abbandonare la comodissima posizione a carponi, oltre a quella di rovinarsi tutti i pantaloni sulle ginocchia.
Esiste poi una leggenda assira, che narra come il potente e gigante dio Gilgamesh, cerco’ per tutto il mondo la Felicita’ e non la trovo’ da nessuna parte tornando sconsolato nel suo palazzo, e mentre dormiva nel giardino, dei bambini che giocavano calciarono la palla propio nel suo naso. Quando uno di loro ando’ poi a riprenderla trovo’ la palla ed anche la Felicita’, che era stata sempre non sotto ma dentro il naso di Gilgamesh.
Da qui risale il termine “PEPITA” per descrivere le caccole come cose preziose.
Lasciamo l’aspetto storico della fine arte dello Scaccolamento, per addentrarci negli aspetti piu’ tecnici dell’atto in se per se.
La pratica del fare “LE PULIZIE DI PASQUA” va affinata col tempo ed ha una sfera intima, privata che porta ognuno di noi a sollazzarsi con le narici ed il loro contenuto in maniera diversa a seconda delle esigenze, del tempo a disposizione e della densita’ del muco.
Le CACCOLE si presentano sotto svariate forme:
il Verdone Viscidone anche conosciuto come lo Slimer
l’Acqua dal naso, anche detto piu’ propriamente Moccio
le Secche Piatte e infine
le Secche Sferiche o Capperi
sono le forme piu’ comuni e per ognuna di esse esiste una diversa maniera per liberarsene.
Iniziamo dal piu’ gustoso: il Verdone Viscidone:
Normalmente si presenta in condizioni di grosso raffreddamento ed e sempre bello copioso e abbondante.
Alle persone intorno puo’ sembrare schifoso, ma chi lo ha, conosce bene la soddisfazione della soffiata di naso da Verdone Viscidone, che lascia nel fazzoletto la sua gamma di colori che vanno dal giallo fluorescente al verde scuro.
Nonostante la bellezza scenica del suddetto Verdone Viscidone, esistono degli inconvenienti, anche piuttosto pericolosi e guai a sottovalutarli.
Il primo inconveniente e’ il fatto che scaccolarsi con Verdone rappresenta una trappola di sabbie mobile per il dito che potrebbe rimanere per sempre incastrato nello Slimer fino a che non verra’ rinvenuto come fossile, quindi ci priva in parte del gusto di stuzzicarsi il naso.
Un ultriore problema e’ rappresentato dallo starnuto, che se avviene in presenza di un naso carico di Verdone puo’ alle volte finire in una fuoriuscita incontrollabile del suddetto il piu’ delle volte sulla mano, in quell caso bisogna subito trovare qualcuno a cui dare una amichevole e solidale pacca sulla spalla.
C’e’ poi il Moccio, puro e semplice, esso e’ rappresentato per piu’ del 99% da acqua, si presenta in condizioni di raffreddamento minori e la gioia piu’ grande che puo’ dare e’ lo sfondamento del fazzolettino di carta a seguito di una potente soffiata.
Per la sua inconsistenza, il maggior problema e’ rappresentato dalla fuoriuscita di Moccio senza che il padrone del naso se ne accorga e rappresenta, per alcuni, una situazione imbarazzante accorgersi che tutti intorno ridono solo quando si puo’ gustare il Moccio sulle labbra.
Il momento migliore per liberarsi dal Moccio con la massima soddifazione e’ soffiarlo potentemente nelle mani sotto la doccia.
Per inciso il Moccio, e’ quello che quando si dorme genera la bolla, stigmatizzata da alcuni cartoni animati giapponesi del calibre di Doraemon e Coccinella.
Le Secche Piatte sono quelle piu’ ostili perche’ si aggrappano alle pareti delle froge e con tenacia resistono alla soffiata di naso, solo un’unghia ben allenata potra’ eradicarle come un grimaldello.Proprio per questa estrema tenacia la soddisfazione di liberarsene compensa la perdita di molti peli nasali che come soldatini coraggiosi si immolano per il bene della respirazione
Passiamo finalmente ai Capperi, forse il frutto piu’ prelibato offerto dal nostro organismo.
Essi sono piccolo, buffe e preziose palline di felicita’ salata con leggiadre sfumature tendenti al verde.
Per I Capperi e’ nata la parola Scaccolarsi,sono loro che ci permettono di far piangere le donne per le prime volte, in guisa di minacce quando bambini col dito teso, dopo averlo messo nel naso lo puntiamo contro le femmine a loro sono dedicate gli immortali versi del Maestro Stefano Belisari:
“Cerco nelle mie narici
una testimonianze delle mie radici,
ma vi trovo un fico
e lo dovro’ spalmare sotto qualche banco
come in gioventu’”
ai quali non c’e’ niente da aggiungere.
E’ il Cappero che, curioso e pazzo com’e’, innamorato della vita a volte va in fuorigioco per osservare il mondo che lo circonda.e solo una passata di dita intorno alle froge, puo’ infrangere il suo sogno di liberta’.
Il cappero non se ne va dal naso con una semplice soffiata, esso e’ un amico sincero che non vuole lasciarti e non chiede nient’altro che un posticino nel tuo naso, ma l’ingratitudine umana questo non lo capisce ma anzi vede la presenza del Cappero come un’intrusione nella sua privacy.
Proprio da questa incomprensione si generano le lotte piu’ atroci tra dito e Cappero, dove il naso e’ un terreno di battaglia in una Guerra senza quartiere, e allora potremo vedere scene del tipo: palmo della mano sinistra appoggiata al setto nasale con la funzione di Coprire e sorreggere il dito indice della mano destra che in missione si incunea nella narice.
Il Cappero capisce quindi di non essere il benvenuto all’interno del naso e abbandona la sua posizione, ma una volta che e’ tra le dita dell’uomo, quest’ultimo si rende conto dell’errore di essersela presa con un innocente Caccola e preso da un nero rimorso il piu’ delle volte non puo’ fare a meno di mangiarsela.
Il miglior posto per togliersi e degustare un Cappero rimane il semaforo rosso dal 1920 (anno dell’introduzione della luce rossa)
Il nostro compendio su questo fantastico argomento si sta per concludere ma non posso fare a meno che darvi un veloce consiglio:
State attenti al numero di falangi che vi inserite nel naso, sanguinare per la caccia al Cappero non ne vale la pena.
Ora Amici, sperando di aver fatto un po di luce su un argomento odiato dai benpensanti ma amato dagli Uomini Liberi, vi faccio un ultimo appello:
“Tornando a casa, troverete dei bambini. Tirate una Caccola ai vostri bambini, e dite: Questa e’ la Caccola del Duca”
Buona Camicia a Tutti Voi.
1 commento:
La parte finale dell'"andate e diffondete il verbo" ti si addice in quanto a megalomania, ma visto l'argomento perde un pò della sua forza....
E cmq non posso fare a meno di notare l'ottima scrittura di tale post...certo, c'è da dire che la magnificazione delle caccole che fai ha, in tutti e 4 i casi, dei forti richiami al gusto, quindi non sono solo i capperi che ti piacciono, eh???buongustaio....
certo, a sto punto potevi fa una digressione filosofico-culinaria....
per il resto sei sempre tra i più eruditi soprtattutto in anedotti storici che ahimè la ns scuola non insegna più ai giovani...eeeeh, proprio un peccato...
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